L’architetto delle soluzioni stabilisce in che modo mettere la tecnologia al servizio del business: quali devono essere le sue competenze?
Oggi vedremo di cosa si occupa il Solutions Architect (SA), un’altra figura preziosa per lo sviluppo di un’azienda dal punto di vista digitale.
Il compito del cosiddetto architetto delle soluzioni è valutare le necessità di business di un’azienda e determinare come il dipartimento IT può servire allo scopo in termini di software, hardware o infrastruttura.
Innanzitutto bisogna distinguere tra il solutions architect che si occupa di infrastruttura e quello che trova soluzioni per il software.
SA infrastruttura e SA software: cos’hanno in comune?
Nonostante per sua stessa natura il ruolo del solutions architect richieda una base di conoscenze generalizzata, le soluzioni e gli ambiti di intervento oggi sono talmente vasti che è difficile che abbia competenze in ogni singolo campo, dalla A (infrastruttura) alla Z (sviluppo software).
Si tende quindi a trovare SA con una specializzazione rivolta più specificamente o verso l’infrastruttura o verso la produzione di software.
Entrambi i ruoli hanno però in comune la necessità di saper lavorare con i servizi cloud (come AWS, Azure ecc.), direzione che ormai il mercato ha imboccato da anni.
Un’altra conoscenza imprescindibile per qualsiasi architetto delle soluzioni è la capacità di individuare i bisogni e i processi del business (idealmente in accordo con il Business Analyst), associata alla capacità creativa di proporre le soluzioni informatiche più adeguate per dare supporto all’azienda.
Uno dei tratti caratteristici del SA è essere creativo, curioso, appassionato di tecnologia in tutte le sue forme. Deve inoltre essere dotato di discernimento, ossia saper valutare correttamente la realtà e lo stato attuale dell’ambiente per il quale è chiamato a proporre soluzioni.
Infine, deve possedere senso pratico ed evitare voli pindarici e soluzioni che possono rivelarsi inapplicabili o irrealizzabili. In questo lo aiuta seguire un approccio lean, ossia la capacità di ottimizzare i processi semplificandoli e rimuovendo tutto ciò che non porta valore aggiunto: tipicamente un architetto delle soluzioni non spingerà verso un proliferare di sistemi, ma più verso l’utilizzo di quelli esistenti, ove possibile. Cercherà quindi di far convergere differenti processi nel minor numero possibile di sistemi.
Alla base di ogni soluzione proposta, poi, deve esserci il concetto di sicurezza, o cyber security, come viene chiamata oggi.
Le competenze dei Solution Architect
Se volessimo rappresentare graficamente i due ruoli dei solutions architect che si occupano di infrastruttura e di software, sposando anche il concetto di sicurezza, il disegno sottostante potrebbe aiutarci:
La struttura in sé è di competenza del SA che si occupa di infrastruttura, comprese porte e finestre, che rappresentano l’aspetto della sicurezza; i macchinari e le persone all’interno ricadono invece all’interno delle competenze del SA software: i sistemi senza infrastruttura non funzionano, così come un’infrastruttura priva di sistemi risulta inutile.
Per fare un esempio pratico della differenza tra i due ruoli, in genere un SA infrastruttura è in grado di installare e configurare in “high availability” e “redundancy” un sistema di database; mentre un SA software sa come strutturare le tabelle e altre entità del sistema per ottimizzarne le performance, nonché scegliere quale tipo di database sia più appropriato (relazionale o no).
Un SA software, in particolare, può avere una conoscenza più o meno approfondita di linguaggi di programmazione che gli permettono di presentare PoC (proof of concept) che poi il team di sviluppo perfezionerà.
Oltre il digitale
L’istruzione necessaria a un SA raramente termina con una conoscenza scolastica, sia essa universitaria o no; ma si sviluppa con l’esperienza sul campo e la capacità di aggiungere, tramite la curiosità intrinseca della sua forma mentis, nuove conoscenze e prospettive tecnologiche.
Come sempre accade in Hermes, l’aspetto delle relazioniè essenziale per un architetto delle soluzioni. In particolare deve avere un’ottima capacità comunicativa e di leadership, nonché quella di mediare fra stakeholder, product owner e team di sviluppo.
In Hermes diamo infatti molta importanza all’aspetto relazionale in generale, e ancora di più quando si tratta di questa figura chiave. La sua poliedricità si rispecchia nella nostra capacità di essere messaggeri della tecnologia: chi meglio di un architetto delle soluzioni può incarnare questa visione?
La missione dei nostri talenti è inscindibile dalla loro passione, curiosità e rapidità di esecuzione, così come dal conoscere sempre quale messaggio trasmettere in ogni situazione.
Giacomo Caturegli | LinkedIn