L’AI riuscirà a sostituire completamente l’uomo o ci sarà sempre bisogno delle nostre competenze per guidarla?
Considerati i recenti progressi nel miglioramento delle capacità di apprendimento automatico e nell’elaborazione del linguaggio, l’intelligenza artificiale è oggi uno dei principali argomenti di discussione: riuscirà a sostituire completamente l’uomo o ci sarà sempre bisogno delle nostre competenze per guidarla?
Già allo stato attuale delle cose, alcuni lavori possono essere egregiamente svolti anche da un’AI, soprattutto se si tratta di contenuti “usa e getta”, bozze o attività ripetitive che non richiedono un intuito particolare. Per altri compiti e ruoli, al momento non è ancora chiaro fino a che punto l’intelligenza artificiale riuscirà a sostituire le competenze umane.
Prendiamo ad esempio il ruolo dello Scrum Master: vediamo prima di tutto di cosa si occupa, per poi riflettere sulla possibilità che l’intelligenza artificiale riesca a fare le sue veci.
Scrum Master: al servizio del team
All’interno di un team che opera secondo il framework Scrum, il ruolo dello Scrum Master è supportare il gruppo di lavoro, agevolandolo nel raggiungimento degli obiettivi. Il suo compito è rimuovere gli ostacoli che potrebbero mettere a repentaglio la buona riuscita di un progetto, assicurandosi che ogni membro segua i principi e le pratiche della metodologia Agile.
Non si tratta quindi di un vero e proprio leader né di una guida, ma di un facilitatore che si assicura che tutto vada come previsto, che non si creino conflitti o che questi vengano risolti nel migliore dei modi.
Quale ruolo migliore per un’intelligenza artificiale, se non mettersi al servizio dell’uomo per eliminare efficacemente fastidi e ostacoli in modo che un gruppo possa lavorare indisturbato? Eppure, non è così semplice.
Per capire quali elementi possono creare disturbo o rallentare il lavoro del team, lo Scrum Master ha bisogno di comprendere profondamente e in ogni momento cosa sta accadendo all’interno del gruppo di lavoro: il suo è un ruolo interattivo, basato sulle relazioni tra le persone.
Le caratteristiche di un buon Scrum Master
Oltre alle competenze tecniche, chi intenda diventare Scrum Master deve necessariamente avere una serie di predisposizioni naturali, che ricadono all’interno di una grande famiglia chiamata intelligenza emotiva. Una di queste predisposizioni è sicuramente l’empatia; in poche parole, la capacità di mettersi nei panni degli altri. In particolare, è l’empatia cognitiva a essere di grande aiuto in questo mestiere; sentire ciò che un altro individuo sta provando, sostenerlo, accettarlo e agire di conseguenza, fornendo un supporto personalizzato a ogni membro del team.
Un’altra caratteristica fondamentale per uno Scrum Master è l’autoconsapevolezza. Aristotele sosteneva che conoscere se stessi è l’inizio di ogni saggezza: più siamo consapevoli di noi stessi, meglio possiamo servire gli altri. Sapere chi siamo determina le nostre azioni, poiché comprendiamo meglio per quale motivo agiamo in un determinato modo.
Ci sono però altre qualità, ancor più difficili da definire con precisione, che rendono uno Scrum Master davvero efficiente: per esempio l’ottimismo, la curiosità e l’autenticità. Se adeguatamente allenate e sviluppate, queste caratteristiche possono fare la differenza in che ricopre questo ruolo, e contribuiscono a portare un cambiamento non solamente nelle persone ma anche nella cultura delle aziende in cui queste lavorano. In fin dei conti, uno Scrum Master non è altro che un leader servente.
La curiosità, per esempio, è il motore del miglioramento personale continuo. Quando si è curiosi si è appassionati, e la passione fa dare il meglio di sé. Come disse Albert Einstein: “Non ho talenti speciali. Sono solo appassionatamente curioso“.
La domanda che ci poniamo dunque è questa: un’intelligenza artificiale possiede o potrà possedere quella che chiamiamo intelligenza emotiva?
Intelligenza artificiale ed empatia
Sappiamo tutti che l’AI è già arrivata molto oltre ciò che si poteva immaginare solo pochi anni fa, ma la questione fondamentale è se riuscirà mai ad adattare le proprie risposte e i propri consigli tenendo conto dello stato d’animo delle persone con cui interagirà, così come uno Scrum Master comprende le necessità individuali di ogni membro del suo team per incoraggiare la collaborazione.
Proviamo a chiederlo all’intelligenza artificiale stessa, in particolare a ChatGPT, forse l’applicazione oggi più celebre e discussa:
Domanda a ChatGPT: “Riesci a comprendere il mio stato d’animo in questo momento?”
Risposta di ChatGPT: “Come assistente virtuale, non posso percepire direttamente le emozioni o gli stati d’animo delle persone. Non ho accesso a informazioni sul tuo stato mentale o emotivo attuale. La mia funzione principale è fornire informazioni e rispondere alle tue domande nel miglior modo possibile”.
Risulta evidente che allo stato attuale delle cose l’AI, pur essendo in grado di prendere in considerazione un’infinita molteplicità di fattori e fonti, non riesce a entrare in empatia con un essere umano e capire davvero i suoi problemi, se questi non sono direttamente legati a un aspetto concreto del lavoro. Non può infatti interagire con l’ambiente fisico in cui si trova né intuire gli stati d’animo delle persone.
Un’AI potrà sicuramente snocciolare tutte le regole del framework Scrum e consigliare quelle più adatte a ogni situazione basandosi sui dati inseriti, ma sarà mai in grado di essere davvero un leader servente? Probabilmente no: non basta conoscere a menadito le regole di un gioco per saperle applicare in ogni situazione.
Si pensi a uno sport come il calcio: gran parte della popolazione, davanti al televisore, è in grado di giudicare e condannare o esaltare le strategie e le tecniche dei giocatori, ma ben pochi, in campo, saprebbero applicarle efficacemente. Anche le regole dello Scrum sono piuttosto semplici e non è complicato impararle a memoria, ma un’intelligenza artificiale potrà introiettarle al punto di riuscire a guidare un cambiamento di cultura in un’azienda?
La risposta più sensata è che, ad oggi, la sostituzione completa delle competenze umane a opera dell’AI appare molto difficile, se non impossibile. I team e le aziende sono composti da persone, che a loro volta sono un insieme di attitudini, emozioni, bisogni e ambizioni che un’intelligenza artificiale non è in grado di riconoscere: non potrà quindi tenerne conto per agire di conseguenza.
Il futuro delle AI
Certamente nasceranno nuovi lavori legati all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, poiché per ottenere risposte efficienti e utili è necessario sapersi interfacciare correttamente con le varie applicazioni disponibili: proprio perché l’AI non è in grado di cogliere tutte le sfumature dell’atteggiamento, della comunicazione e delle intenzioni umane, il compito delle nuove generazioni sarà quello di imparare a gestire i rapporti con l’AI in modo che questa si metta al servizio dell’essere umano in maniera efficace e rappresenti davvero una possibilità di miglioramento, non sostituendo l’uomo ma agevolandolo nel suo lavoro.
Potrebbero inoltre venire sviluppati sistemi che combinano l’elaborazione del linguaggio naturale con altre tecnologie, come la visione artificiale e la robotica, per consentire all’AI di assumere un ruolo più attivo nella gestione di gruppi di lavoro.
Ruoli come quello dello Scrum Master sopravvivranno quindi alla nuova realtà in cui ci troveremo a vivere a seguito dello sdoganamento dell’intelligenza artificiale? È impossibile rispondere oggi; allo stato attuale delle cose possiamo solo limitarci a ispezionare i cambiamenti giorno per giorno, studiandoli e adattandoci, per poi concentrarci sulle aree in cui possiamo fare la differenza e offrire capacità e competenze che un’applicazione come ChatGPT non può replicare.
Si tratta forse dell’arma più efficace che abbiamo a disposizione per evitare di diventare precocemente obsoleti. In fondo, il lavoro di chi ha a che fare con il mondo software è proprio questo: cavalcare il cambiamento e adattarsi costantemente, in modo da sfruttare al massimo sia il potenziale umano sia l’efficienza delle macchine.